Attenzione! Dall’agosto 2016 il Brasile ha aderito alla Convenzione dell’Aja del 1961 per la semplificazione del processo di legalizzazione. Pertanto, adesso su tutti i documenti per il Brasile dovrà essere apposta l’apostille e non la legalizzazione. Vi rimandiamo alla lettura dell’articolo aggiornato.
Se state progettando un viaggio in Brasile per motivi di studio o di lavoro e vi siete persi nella fase della preparazione dei documenti, cercando di districarvi tra autenticazione, traduzione, asseverazione, legalizzazione e consolarizzazione, questo articolo potrebbe fare al caso vostro.
Un cittadino italiano che deve recarsi in Brasile deve affrontare una lunga (ma non troppo) trafila burocratica. Con molta probabilità, i documenti emessi in Italia dovranno essere tradotti dall’italiano al portoghese. Questi dovranno essere prima di tutto legalizzati, poi tradotti e asseverati, poi nuovamente legalizzati e, infine, legalizzati presso il Consolato Generale del Brasile in Italia (che si trova soltanto a Roma e a Milano). Come vedete, i vostri documenti dovranno passare sotto un bel po’ di timbri prima di varcare finalmente i confini brasiliani. Ma vediamo nello specifico, passo per passo, cosa bisogna fare.
1. La prima legalizzazione
Per essere valido e produrre effetti giuridici in Brasile, qualsiasi documento emesso in Italia deve prima essere legalizzato da un’autorità italiana, presso la Prefettura, la Camera di Commercio o la Procura della Repubblica, a seconda della tipologia del documento.
2. La traduzione e asseverazione
Il documento deve essere tradotto dall’italiano al portoghese e poi asseverato presso un Tribunale italiano. È importante sottolineare che la traduzione deve essere effettuata da un traduttore iscritto all’albo dei CTU (Consultenti Tecnici d’Ufficio) presso un qualsiasi tribunale italiano. Infatti, il Consolato Generale del Brasile in Italia, che dovrà dare l’ultimo ok sul vostro documento tradotto (vedi il punto 4), accetta e riconosce come valide solo le traduzioni di traduttori regolarmente iscritti al CTU (che è quanto di più si avvicina a un albo di traduttori, che in Italia, ricordiamolo, non esiste). Le traduzioni realizzate da traduttori non iscritti al CTU, anche se professionisti di tutto rispetto, verranno rifiutate.
3. La seconda legalizzazione
Una volta asseverato, il documento va nuovamente legalizzato presso la Procura della Repubblica. Questo perché la prima legalizzazione attestava l’autenticità del documento in sé in quanto rilasciato da un’autorità italiana, la seconda legalizzazione va invece ad attestare l’autenticità dell’asseverazione, convalidando la firma del cancelliere.
4. La legalizzazione consolare
Infine, il documento, tradotto e doppiamente legalizzato, va presentato al Consolato Generale del Brasile in Italia che vi apporrà la legalizzazione consolare. Ne esistono soltanto due sedi in Italia, una a Roma e una a Milano, e possiamo sommariamente affermare che il centro e sud Italia rientrano nella giurisdizione della sede di Roma, mentre il nord in quella di Milano.
Questo significa che ognuna delle due sedi legalizza soltanto i documenti emessi nella propria giurisdizione, pertanto la documentazione va inviata al consolato di Milano o Roma a seconda della provincia di residenza.
La giurisdizione del Consolato Generale del Brasile a Roma comprende il territorio della Repubblica di San Marino, della Repubblica di Malta e delle seguenti regioni italiane:
- Abruzzo
- Basilicata
- Calabria
- Campania
- Lazio
- Marche
- Molise
- Puglia
- Sardegna
- Sicilia
- Toscana
- Umbria
Mentre la giurisdizione del Consolato Generale del Brasile a Milano comprende le regioni di:
- Valle d’Aosta
- Piemonte
- Lombardia
- Veneto
- Trentino-Alto Adige
- Friuli Venezia-Giulia
- Liguria
- Emilia-Romagna
Quindi, mettiamo caso che risiedete a Palermo, dovete andare in Brasile a fare un tirocinio e vi viene richiesto di presentare il Certificato del Casellario Giudiziale. Dopo aver fatto apporre la prima legalizzazione, averlo fatto tradurre, asseverare e legalizzare per la seconda volta, dovrete inviare il vostro certificato al Consolato di Roma, poiché è l’unico che può riconoscere l’autenticità della firma del funzionario del tribunale palermitano che ha firmato il vostro documento.
Per conoscere i dettagli e i costi relativi alla legalizzazione consolare vi consigliamo di visitare il sito del Consolato Generale di Milano (qui) e di Roma (qui).
E ci congediamo con un consiglio: chiedete, anzi esigete, informazioni dettagliate al Consolato e all’ente brasiliano a cui sono destinati i vostri documenti, e una volta ottenute le indicazioni del Consolato seguitele alla lettera, poiché solo così avrete la certezza che la vostra documentazione verrà accettata senza intoppi. La burocrazia internazionale non lascia scampo.
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